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Il reato di revenge porn e l'importanza del Codice Rosso


Massimiliano Catalano

Lettura 3 min

04 aprile 2023

Il fenomeno del revenge porn, ovvero la diffusione di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone coinvolte, è un problema sempre più diffuso in ambito digitale. Tuttavia, la legge italiana ha preso provvedimenti per punire questa condotta criminale nell'ambito del Codice Rosso, introdotto nel 2019 per tutelare le vittime di violenza domestica e di genere.

Cosa prevede la legge

Il reato di revenge porn è disciplinato dall'articolo 612 ter del Codice Penale italiano e punisce le condotte di chi invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessuale esplicito senza il consenso delle persone rappresentate. Le condotte incriminate sono individuate al primo e al secondo comma dell'articolo, e sono punite con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da 5.000 a 15.000 euro.

La condotta tipica del reato di revenge porn consiste nella realizzazione o sottrazione di immagini o video sessualmente espliciti, seguita dalla successiva pubblicazione o diffusione delle stesse senza il consenso della persona rappresentata. Il secondo comma dell'articolo 612 ter del Codice Penale estende la punibilità anche a chi, una volta ricevuto il materiale, procede alla sua divulgazione.

Il consenso della vittima rappresenta un aspetto centrale del reato, poiché la presenza o l'assenza di tale consenso costituisce il discrimine tra ciò che è consentito e ciò che è vietato. Pertanto, spetterà all'imputato provare la sussistenza di un consenso valido e non viziato da errori, violenze o dolo.

Le aggravanti

Il reato di revenge porn prevede due aggravanti: quando il reato è commesso nei confronti di un coniuge separato, divorziato o di una persona a cui si è stati legati da una relazione affettiva, e quando la vittima del revenge porn è un soggetto con totale o parziale infermità psichica e/o fisica oppure una donna in stato di gravidanza. Il reato è punibile a querela di parte e può essere presentata entro sei mesi, mentre nel caso in cui la vittima sia una persona in condizione di infermità fisica o psichica oppure una donna in stato di gravidanza, il reato è procedibile d'ufficio.


Riflessione

Il legislatore italiano ha voluto con la legge del Codice Rosso tutelare la libertà di autodeterminazione della persona, l'onore, la reputazione, il decoro e la privacy. La diffusione di contenuti pornografici senza il consenso delle vittime rappresenta una vera e propria violenza psicologica che può danneggiare gravemente la reputazione dei soggetti coinvolti, creando situazioni di estrema difficoltà e sofferenza.

Grazie all'introduzione del reato di revenge porn e del Codice Rosso, il legislatore italiano ha cercato di tutelare le vittime di questa pratica insidiosa e contro ogni forma di violenza psicologica.

Autore

Avvocato Massimiliano Catalano

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